I semi di girasole: come si coltivano, quali sono le loro proprietà e come utilizzarli
Caratteristiche generali e particolarità del girasole
In Italiano lo chiamiamo "girasole" perché il fiore ricerca la luce e il calore solare seguendone il corso dal mattino al tramonto e ruotando sul fusto per riceverne il più possibile durante la giornata (un fenomeno chiamato eliotropismo). Nelle lingue germaniche il suo nome suona come "fiore del sole", sia per la caratteristica appena descritta, sia per l'acceso colore giallo dei petali.
La pianta è alta da 60 cm ad alcuni metri, secondo la varietà, e dai semi di girasole si ricava un olio piuttosto pregiato per l'alimentazione umana, mentre decorticandoli e con l'aggiunta di semplice sale si ottiene un saporito snack, molto consumato in Cina, America ed Europa.
Oppure, i semi vengono tostati o impiegati crudi per arricchire la dieta di sapori e vitamine, usati in dolci, insalate e prodotti di panetteria. Il girasole germoglia facilmente ed è frequente vederlo coltivato anche in vaso su qualche balcone o impiegato negli esperimenti di scienze a scuola.
Ricco di acidi polinsaturi benefici per il sistema cardiocircolatorio e utili per mantenere i giusti livelli di colesterolo nel sangue, l'olio di semi di girasole opportunamente lavorato si utilizza anche come carburante biodiesel; in cosmetica è impiegato per la sua capacità emolliente ed è ideale in cucina per friggere per via del suo alto punto di fumo - quello cioè in cui un olio inizia a bruciare.
Storia, curiosità e impieghi dei semi di girasole
Coltivato in Nord-America già intorno all'anno 1000 a.C., arrivò in Europa portato dagli Spagnoli nel XVI secolo e da allora la coltivazione della pianta (che può accadere di trovare nata spontaneamente in quasi ogni parte d'Italia) per il consumo dei semi di girasole non ha mai conosciuto pause. Van Gogh amava molto la vitalità e la luce che si rispecchia in questi fiori, includendoli nelle sue nature morte, mentre in due successive differenti serie ne ha fatto il soggetto principale di alcuni dipinti.
I residui della spremitura dei semi di girasole sono adatti anche per l'alimentazione del bestiame, e paesi come l'Ucraina e gli stati centrali degli Stati Uniti sono noti per gli sterminati campi coltivati a girasole. Inoltre, si studiano le proprietà del lattice emesso dalla pianta per creare della gomma ipoallergenica e sono stati sviluppati tipi di olio di semi di girasole con un contenuto particolarmente alto di acido oleico, che rende pregiato e caratterizza anche quello d'oliva.
Piacciono naturalmente molto anche ai conigli e ai piccoli roditori da compagnia, ma questi semi si possono prima di tutto utilizzare come aggiunta per insaporire un'insalata mista, o come guarnizione e ingrediente di un pane ai cereali, oppure per condire della pasta o arricchire un piatto di carne. Per aspetto e grandezza, il guscio (a righe scure) ricorda quello in cui sono contenuti i pinoli, ma questi semi sono ricchi di tocoferolo, cioè vitamina A.
Coltivare il girasole
Prima di tutto è essenziale valutare quanto è l'ingombro in altezza che ci si può permettere, e scegliere il seme di girasole in base al tipo di coltivazione possibile: non sarebbe molto saggio seminare la varietà gigante o anche solo quella comune (che in media arriva a 2 metri di altezza) in un vaso, pur grande, da tenere su un balcone.
In quel caso conviene optare per ibridi creati per restare più piccoli; allo stesso modo, dato che questa pianta ha bisogno di molta luce e di temperature alte, oltre a richiedere (preferibilmente) un terreno acido, è meglio decidere per il girasole solo se è possibile seminarlo in pieno sole e ammendare il terreno fino ad avere un pH fra 6 e 7. In ogni caso, sarebbe meglio non seminarlo in campi spazzati da venti forti.
La semina va effettuata fra aprile e maggio, quando le temperature medie sono già almeno intorno ai 15/20°; il terreno (o il terriccio, se si semina in vaso) deve essere piuttosto leggero e facilmente permeabile, perché la pianta risente dei ristagni d'acqua e dell'umidità eccessiva. Per la semina in un orto piuttosto grande, i semi vanno posti a circa 30/45 centimetri di distanza fra loro, con 70 centimetri tra le file; al di sopra si dispone un sottile strato di fertilizzante minerale, la terra per coprire il tutto e infine si annaffia senza eccedere. Il terreno dovrebbe essere sempre mantenuto umido con annaffiature giornaliere, evitando però di inzupparlo.
La piantina dovrebbe spuntare in 2 o 3 settimane e - se necessario - si può decidere di legarla ad un tutore di bambù.