Bocca di leone: manutenzione e consigli per la coltivazione
La Bocca di Leone (Antirrhinum majus) è una pianta erbacea originaria dei paesi Mediterranei, (Nord Africa e Europa meridionale), molto usata come bordura, nella realizzazione di siepi, oppure nella copertura di un area rocciosa. Questa pianta è in grado di resistere a temperature di alcuni gradi sotto lo zero, ma normalmente viene coltivata come pianta annuale, richiede pochi accorgimenti per svilupparsi velocemente ed ha una durata di vita piuttosto breve. È una pianta molto adatta per gli appassionati di giardinaggio alle prime armi.
La Bocca di leone può raggiungere un'altezza che si aggira attorno ad 1,20 m e il suo fusto è carnoso e lignificato alla base, le foglie sono di un verde scuro a forma di lance, i suoi fiori sono molto profumati.
La particolarità che contraddistingue questa pianta è il suo fiore, dalla forma di una bocca con labbra che si aprono se vengono premute con due dita ai lati e che ricordano la bocca di un leone. Da questa somiglianza deriva il nome del fiore.
I colori della Bocca di Leone
Questo fiore caratteristico lo possiamo trovare in una miriade di colori che partono dal bianco, al giallo, al rosa, al rosso, e con molte tonalità intermedie.
I fiori, una volta secchi, lasciano il posto a baccelli piuttosto legnosi contenenti numerosi semi fertili. Per riuscire ad avere una fioritura maggiore è consigliabile togliere gli steli dei fiori appassiti, in modo da creare spazio alla ricrescita di altri. Si consiglia anche la cimatura, per una crescita più compatta.
Il nome botanico deriva dal greco che tradotto significa "come un muso".
Ci sono varie specie di questi caratteristici fiori: complessivamente sono quaranta, ma la più popolare e la più diffusa è l'Antirrhinum maius, che fiorisce a partire dal mese di giugno, continuando fino all'arrivo delle temperature invernali.
Per ottenere una buona riuscita nella semina e la rispettiva crescita, bisogna tenere presenti due particolari: l'esposizione in pieno sole, che permette un'ottima fioritura, e una temperatura mai troppo bassa, in quanto la pianta non ama molto i climi rigidi.
Le annaffiature nel periodo estivo devono essere regolari, ma non troppo abbondanti: evitare ristagni d'acqua che potrebbero diventare fatali per la pianta, prima di ripetere l'innaffiatura aspettare che il terreno si asciughi.
Per quando riguarda il terreno, la bocca di leone preferisce la composizione calcarea e leggera, quindi evitare terreni acidi. Per quando riguarda il mantenimento, la suddetta pianta necessita di una concimazione ogni due settimane, a partire da inizio primavera, fino al termine dell'estate, aggiungendo all'acqua un ottimo fertilizzante. La bocca di leone non si pota: basta eliminare le foglie e i fiori che man mano si seccano, onde evitare malattie parassitarie.
La Bocca di Leone: storia e tradizioni
La tradizione lo considera il fiore dell'indifferenza e del capriccio: nel periodo medioevale questo fiore veniva usato dalle ragazze, come segno di rifiuto al corteggiamento di ragazzi indesiderati intrecciandoli nei capelli.
La bocca di leone è anche conosciuta col nome di “erba strega”, “fiore del capriccio” e “lino dei muri”: è una pianta erbacea perenne, originaria del Nord Africa e dell'Europa meridionale. Essa oltre alla bellezza, possiede anche la particolarità di essere una pianta medicinale ad uso terapeutico. Infatti, una volta essiccate foglie e fiori, si possono creare infusi in grado di lenire scottature, eritemi e ulcerazioni a livello del cavo orale.
Una specie molto simile alla Antirrhinum maius è l'Antirrhinum latifolium, chiamata bocca di leone gialla, è presente in aree ristrette della Liguria, Piemonte e Toscana. Esse sono soggette ad attacchi di malattie fungicide, la più pericolosa delle quali è la cosiddetta "muffa delle bocche di leone" o Peronospera antirrhini. Questa muffa aggredisce le piantine piccole, arrestandone la crescita e facendo crescere le foglie deformi e arricciate, ricoperte da una patina grigiastra.